
Dovessi abbandonare la memoria a sé stessa e lasciarla correre senza correttivi e senza lo sforzo di mettere ogni tassello al suo posto, per l’anno che è appena passato, essa mi restituirebbe una serie di frammenti poco colorati, anzi quasi esclusivamente in bianco e nero.
Eccolo il primo ricordo: la guerra in Ucraina.
Pensandoci bene, ciò che colse un po’ tutti di sorpresa, fu la reazione dell’Occidente: immediatamente tutti i capi di Stato e di Governo si schierarono contro l’azione della Russia. Diciamo la verità, noi non sapevamo nulla delle ragioni pregresse che avevano portato a quell’orrore, ma non ci preoccupammo: ci pensava la televisione (anzi, le televisioni: una specie di diffusione a reti unificate mondiale) ad in-formarci. E, per esempio, ci mostravano immagini di war-games spacciandole per vita reale, ma non lo facevano mica per ingannarci, no! Era solo per farci capire meglio…, e tutti gli opinionisti, i giornalisti, la gente di spettacolo, ogni volto noto, ci spiegava perché dovevamo amare gli ucraini più dei curdi, più dei palestinesi, più degli iracheni, insomma più di qualunque altro popolo la cui nazione era stata invasa dalle forze occidentali. E noi ci siamo immediatamente schierati: poco importava che non sapessimo nulla di Zelensky, del Protocollo di Minsk, forse (anzi, senza forse) nemmeno dei confini delle nazioni belligeranti.
Non importava nulla: l’in-formazione aveva dettato la linea! E ancora oggi, ci si schiera contro l’uno o l’altro perché “abbiamo visto bene cosa hanno fatto”, abbiamo visto cosa? Filmati passati in TV? E capirai!
Poi mi viene in mente la morte della Regina Elisabetta e le facce scure e addolorate dei conduttori dei TG, manco fosse morta la loro mamma. Ricordo i TG condotti in gramaglie e l’ilarità che ciò ha suscitato in tanta gente, alla faccia dell’in-formazione!
Dei Mondiali di Calcio non conservo alcun ricordo, non ho tifato per nessuno e ho preferito non seguirli: in realtà ho smesso di seguire questo sport fin dal primo scandalo sul calcio-scommesse. Lo sapevo che quel sistema che era stato svelato, non sarebbe mai più cambiato, e così è stato.
E, dulcis in fundo, del 2022 ricordo l’uscita (finta) di scena di Mario Draghi. Lo ha fatto spontaneamente perché ha lasciato pur avendo i numeri per governare, lo ha fatto dopo aver messo a segno una serie di colpi per distruggere definitivamente il tessuto economico nazionale; voglio solo ricordare il Payback sui dispositivi medici, provvedimento inserito già nella Finanziaria del 2015, ma i cui decreti attuativi sono stati licenziati solo lo scorso 15 settembre. Informatevi su questo Payback e scoprirete che, nella sostanza, esso sarà la tomba del servizio sanitario nazionale! Va bene, potrebbe dire qualcuno, ma ora c’è un altro Governo! Sì, ma che non ha apportato correttivi e quindi, proprio a partire da oggi, è in vigore il Payback sui dispositivi medici.
E comincia così il 2023…
Se usassimo un portafortuna?
UN SALUTO AL 2022
Dovessi abbandonare la memoria a sé stessa e lasciarla correre senza correttivi e senza lo sforzo di mettere ogni tassello al suo posto, per l’anno che è appena passato, essa mi restituirebbe una serie di frammenti poco colorati, anzi quasi esclusivamente in bianco e nero.
Eccolo il primo ricordo: la guerra in Ucraina.
Pensandoci bene, ciò che colse un po’ tutti di sorpresa, fu la reazione dell’Occidente: immediatamente tutti i capi di Stato e di Governo si schierarono contro l’azione della Russia. Diciamo la verità, noi non sapevamo nulla delle ragioni pregresse che avevano portato a quell’orrore, ma non ci preoccupammo: ci pensava la televisione (anzi, le televisioni: una specie di diffusione a reti unificate mondiale) ad in-formarci. E, per esempio, ci mostravano immagini di war-games spacciandole per vita reale, ma non lo facevano mica per ingannarci, no! Era solo per farci capire meglio…, e tutti gli opinionisti, i giornalisti, la gente di spettacolo, ogni volto noto, ci spiegava perché dovevamo amare gli ucraini più dei curdi, più dei palestinesi, più degli iracheni, insomma più di qualunque altro popolo la cui nazione era stata invasa dalle forze occidentali. E noi ci siamo immediatamente schierati: poco importava che non sapessimo nulla di Zelensky, del Protocollo di Minsk, forse (anzi, senza forse) nemmeno dei confini delle nazioni belligeranti.
Non importava nulla: l’in-formazione aveva dettato la linea! E ancora oggi, ci si schiera contro l’uno o l’altro perché “abbiamo visto bene cosa hanno fatto”, abbiamo visto cosa? Filmati passati in TV? E capirai!
Poi mi viene in mente la morte della Regina Elisabetta e le facce scure e addolorate dei conduttori dei TG, manco fosse morta la loro mamma. Ricordo i TG condotti in gramaglie e l’ilarità che ciò ha suscitato in tanta gente, alla faccia dell’in-formazione!
Dei Mondiali di Calcio non conservo alcun ricordo, non ho tifato per nessuno e ho preferito non seguirli: in realtà ho smesso di seguire questo sport fin dal primo scandalo sul calcio-scommesse. Lo sapevo che quel sistema che era stato svelato, non sarebbe mai più cambiato, e così è stato.
E, dulcis in fundo, del 2022 ricordo l’uscita (finta) di scena di Mario Draghi. Lo ha fatto spontaneamente perché ha lasciato pur avendo i numeri per governare, lo ha fatto dopo aver messo a segno una serie di colpi per distruggere definitivamente il tessuto economico nazionale; voglio solo ricordare il Payback sui dispositivi medici, provvedimento inserito già nella Finanziaria del 2015, ma i cui decreti attuativi sono stati licenziati solo lo scorso 15 settembre. Informatevi su questo Payback e scoprirete che, nella sostanza, esso sarà la tomba del servizio sanitario nazionale! Va bene, potrebbe dire qualcuno, ma ora c’è un altro Governo! Sì, ma che non ha apportato correttivi e quindi, proprio a partire da oggi, è in vigore il Payback sui dispositivi medici.
E comincia così il 2023…
Se usassimo un portafortuna?
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