Ovviamente le polemiche su Vannacci, i vari opinionisti antimeridionali, Lollobrigida, hanno avuto uno spazio importante in questo agosto da molti ritenuto viziato dal presunto cambiamento climatico (ma questa è tutta un’altra storia…).
Per quanto mi riguarda, penso che essi facciano parte dello schieramento predisposto dal Governo per distrarre l’opinione pubblica dai temi seri e dai clamorosi provvedimenti fallimentari di questa avvilente amministrazione; fanno loro buona compagnia Santanchè e le sue truffe, La Russa e le sue difese d’ufficio famigliari, Sangiuliano e il suo voto su libri mai letti, Donzelli e le sue Verità che al cospetto la Pravda fa sorridere, e tantissimo altro ancora.
Vannacci però, un merito l’ha avuto: quello di far emergere lo squallore che covava silente dentro molte, troppe menti che ora si sentono autorizzate a tirarlo fuori e renderlo pubblico.
In particolare, mi ha colpito la posizione di alcuni gay (per fortuna nessuno tra i miei amici e tra coloro che stimo) che si sono affrettati a difendere il pensiero del militare-scrittore: finalmente si è data voce alla frustrazione e la sottomissione di cui, evidentemente, sentivano troppo la mancanza.
Per assonanza comportamentale mi hanno ricordato i meridionali mentalmente sottomessi che esaltano i loro carnefici, fanno di tutto per somigliare a loro, denigrano e disprezzano la loro origine e la loro gente; ma anche molti poveri che sono sempre pronti a ridurre i loro diritti al rango di concessioni per le quali essere grati.
Così come i gay che condividono il pensiero di Vannacci evidentemente pensano che “hanno ragione quelli che sono omofobi a definirci malati, deviati, pericolosi, offensivi, disgustosi, volgari” e quindi meritevoli del disprezzo della sedicente “gente perbene”; analogamente il meridionale ignorante (proprio nel senso che ignora la storia e la realtà socio-politica) non fa altro che pensare che “hanno ragione quelli del nord a disprezzarci e a definirci ignoranti, cafoni, delinquenti, sfaticati, inetti, incapaci” e quindi meritevoli delle mortificazioni socio-economiche che ci vengono inflitte; e ancora analogamente, alcuni poveri che a stento mettono insieme il pranzo con la cena, penseranno che “hanno ragione quelli che dicono che la colpa è nostra se non siamo stati capaci di diventare se non ricchi, almeno agiati” e quindi meritevoli di essere fatti oggetto di frasi sprezzanti, odiose e derisorie.
Non so chi sia più spregevole, ma so che lo sono. E probabilmente lo sono allo stesso modo tutte e tre le categorie, sia i gay che vorrebbero non essere accettati, sia i meridionali ignoranti, sia quei poveri che si disprezzano da soli.
I gay seguaci di Vannacci sono molto tristi: sembra che dal momento che la società si stava orientando verso una sana e giusta accettazione senza ravvisare alcun elemento di discriminazione, abbiano perso la loro ragion d’essere, sì, perché ancorati all’idea che essere gay significava essere anticonformisti, contestatori, diversi, provocatori.
I meridionali ignoranti sentono forte il bisogno di essere accolti, amati, inclusi e pur di ottenere questo, sono disposti a tutto, arrivando persino a non rendersi conto di essere a malapena tollerati.
Alcuni poveri si sentono colpevoli di esserlo e quindi sono felici che il sostegno che dava loro un briciolo di dignità sia stato (per il momento…) eliminato.
Comunque, la cosa più evidente che unisce le tre categorie, è il disprezzo profondo che hanno verso sé stessi e, ovviamente, la scarsa intelligenza di cui li ha forniti la cosiddetta madre natura.
DISTRAZIONI AGOSTANE
Ovviamente le polemiche su Vannacci, i vari opinionisti antimeridionali, Lollobrigida, hanno avuto uno spazio importante in questo agosto da molti ritenuto viziato dal presunto cambiamento climatico (ma questa è tutta un’altra storia…).
Per quanto mi riguarda, penso che essi facciano parte dello schieramento predisposto dal Governo per distrarre l’opinione pubblica dai temi seri e dai clamorosi provvedimenti fallimentari di questa avvilente amministrazione; fanno loro buona compagnia Santanchè e le sue truffe, La Russa e le sue difese d’ufficio famigliari, Sangiuliano e il suo voto su libri mai letti, Donzelli e le sue Verità che al cospetto la Pravda fa sorridere, e tantissimo altro ancora.
Vannacci però, un merito l’ha avuto: quello di far emergere lo squallore che covava silente dentro molte, troppe menti che ora si sentono autorizzate a tirarlo fuori e renderlo pubblico.
In particolare, mi ha colpito la posizione di alcuni gay (per fortuna nessuno tra i miei amici e tra coloro che stimo) che si sono affrettati a difendere il pensiero del militare-scrittore: finalmente si è data voce alla frustrazione e la sottomissione di cui, evidentemente, sentivano troppo la mancanza.
Per assonanza comportamentale mi hanno ricordato i meridionali mentalmente sottomessi che esaltano i loro carnefici, fanno di tutto per somigliare a loro, denigrano e disprezzano la loro origine e la loro gente; ma anche molti poveri che sono sempre pronti a ridurre i loro diritti al rango di concessioni per le quali essere grati.
Così come i gay che condividono il pensiero di Vannacci evidentemente pensano che “hanno ragione quelli che sono omofobi a definirci malati, deviati, pericolosi, offensivi, disgustosi, volgari” e quindi meritevoli del disprezzo della sedicente “gente perbene”; analogamente il meridionale ignorante (proprio nel senso che ignora la storia e la realtà socio-politica) non fa altro che pensare che “hanno ragione quelli del nord a disprezzarci e a definirci ignoranti, cafoni, delinquenti, sfaticati, inetti, incapaci” e quindi meritevoli delle mortificazioni socio-economiche che ci vengono inflitte; e ancora analogamente, alcuni poveri che a stento mettono insieme il pranzo con la cena, penseranno che “hanno ragione quelli che dicono che la colpa è nostra se non siamo stati capaci di diventare se non ricchi, almeno agiati” e quindi meritevoli di essere fatti oggetto di frasi sprezzanti, odiose e derisorie.
Non so chi sia più spregevole, ma so che lo sono. E probabilmente lo sono allo stesso modo tutte e tre le categorie, sia i gay che vorrebbero non essere accettati, sia i meridionali ignoranti, sia quei poveri che si disprezzano da soli.
I gay seguaci di Vannacci sono molto tristi: sembra che dal momento che la società si stava orientando verso una sana e giusta accettazione senza ravvisare alcun elemento di discriminazione, abbiano perso la loro ragion d’essere, sì, perché ancorati all’idea che essere gay significava essere anticonformisti, contestatori, diversi, provocatori.
I meridionali ignoranti sentono forte il bisogno di essere accolti, amati, inclusi e pur di ottenere questo, sono disposti a tutto, arrivando persino a non rendersi conto di essere a malapena tollerati.
Alcuni poveri si sentono colpevoli di esserlo e quindi sono felici che il sostegno che dava loro un briciolo di dignità sia stato (per il momento…) eliminato.
Comunque, la cosa più evidente che unisce le tre categorie, è il disprezzo profondo che hanno verso sé stessi e, ovviamente, la scarsa intelligenza di cui li ha forniti la cosiddetta madre natura.
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