Rosario Minervini racconta di non ricordare la sua vita senza teatro, e ciò la dice lunga su quanto amore egli metta nella sua professione.
Il suo primo “incontro” con la recitazione avvenne in casa di suo nonno, quando per trascorrere la serata, fu inserita nel televisore la cassetta di “Natale in casa Cupiello”: fu una folgorazione che lo colpì quando aveva solo tre anni! Si innamorò della storia, rimase affascinato dalla recitazione e volle vederla e rivederla fino ad imparare, nel giro di qualche giorno soltanto, tutte le battute di tutti i personaggi.
Ha vissuto la scuola e le amicizie dando sempre il massimo di sé e ricevendo spesso come risposta: ma tu devi fare l’attore! E così è stato.
Dopo aver frequentato l’Accademia del Teatro Totò di Napoli, proprio in quel teatro avviene il suo debutto con “Madame Sangenella” con Rino Marcelli e Sergio Solli e la regia di Gaetano Liguori, direttore artistico del Totò, ed è proprio a lui che Rosario è grato per avergli dato l’opportunità di recitare in questo e tanti altri testi diretti da lui.
Più cresceva e più aumentava la sua passione per la recitazione, anche grazie all’opportunità che ha avuto di vedere recitare dei grandi come Luigi e Luca De Filippo, Mariano Rigillo, Aldo e Carlo Giuffrè, Antonio Casagrande; e di aver avuto l’opportunità di condividere il palcoscenico, tra gli altri, con Giacomo Rizzo, Gino Rivieccio, Gianni Ferreri e quasi non ci crede quando, dopo averli ammirati da giovanissimo spettatore, si ritrova a recitare con loro.
Ha avuto anche esperienze cinematografiche con Gianni Amelio nel film “La tenerezza” e in alcune fiction televisive come “La vita che corre” con Barbara De Rossi ed Enzo De Caro, diretta da Fabrizio Costa e “Baciati dall’amore” con Marisa Laurito e Nello Arena, diretta da Claudio Norza.
La macchina da presa certo lo affascina, ma lui è uno che ama il contatto col pubblico che considera (a mio avviso, giustamente) un altro protagonista dello spettacolo che si dà sulle scene; e poi, lui sostiene, la gestione della personalità attoriale, la trovi solo a teatro.
E quindi, ancora per il teatro, ha un ricordo legato alla pandemia: era in scena al Teatro Trianon con “L’oro di Napoli” di Manlio Santanelli con Cloris Brosca, Rosaria De Cicco, Ciro Capano, Gigi Savoia e con Nello Mascia anche nel ruolo di regista. Per raggiungere il teatro, dopo aver lasciato l’auto, percorreva via Sant’Antonio Abate, una delle vie più popolose e chiassose di Napoli; ebbene, col passare dei giorni, la strada era sempre meno frenetica e silenziosa perché ormai la paura della pandemia aveva preso un po’ tutti. Lo spettacolo fece l’ultima replica domenica 2 febbraio, poi scattò la chiusura dei teatri, dei cinema e delle scuole, sostanziali anteprime del lockdown totale.
Minervini rimane, come tutti, chiuso in casa, ma approfitta del fermo forzato per dare spazio ad un’altra sua aspirazione artistica: impara a suonare la chitarra arrivando a studiare fino a dieci ore al giorno.
E ne approfitta anche per riprendere una collaborazione che aveva già iniziato prima del lockdown, quella con Ciro Esposito e Salvatore Catanese con i quali crea un profondo legame che si trasforma in amicizia vera, alimentata dalla stima, il rispetto, l’ammirazione e l’affetto che li unisce. Scrive quindi uno spettacolo “pensato a tre”, sia per il web che per il teatro dal titolo “Atomi Bros”.
I tre ritorneranno in scena nella prossima stagione teatrale con lo spettacolo “Gli amici a questo servono”, un testo scritto in collaborazione tra loro e con la regia di Rosario che, tiene a sottolineare, ha accettato il ruolo proprio perché sapeva di poter contare sulla loro preziosa collaborazione.
Il debutto napoletano avverrà il 26 gennaio 2024 al Teatro Totò di Napoli, proprio il teatro dove ha debuttato come professionista!