nulla è più importante di ciò che sembra insignificante

L’ALTRA FACCIA DELLO SCUDETTO

Eh sì, c’è un’altra faccia dello scudetto; c’è un altro modo di reagire ad un traguardo tanto atteso e finalmente arrivato. È la faccia dei fighetti colti e snob, quelli che sono infastiditi dai festeggiamenti, dai disagi che si creeranno in città, dai clacson, dalle trombette, dalla volgarità dei tifosi, da chi non festeggia in maniera “gentile”. Cosa significa “gentile”? Che, quando ci sarà la partita che sancirà ufficialmente il trionfo del Napoli, uno dovrebbe affacciarsi al balcone, battere le mani, dire “bravi”, poi chiudere il balcone e rientrare in casa e guardare la TV?

Sarete pure snob (e già così fate ridere), ma siete ben distanti dalla cultura! Voi nemmeno lo immaginate perché siete così: lo siete perché dovete compiacere il vostro padrone italico che vi ha inculcato l’idea che fate parte di un consesso incivile, ma si è ben guardato dallo spiegarvi come e perché il consesso è diventato tale.

Se si continua su questa strada, la colpa non è di quelli che si comportano in maniera inadeguata per una città moderna e dalla cultura millenaria. No, la colpa è vostra che non vi informate, non vi documentate, non vi chiedete perché accadano delle cose e vi siano determinati comportamenti; se, dall’alto della vostra conoscenza, aveste l’umiltà di studiare, leggere, capire, sareste diversi e riuscireste a vivere una vittoria sportiva con gioia, senza reprimere quell’esplosione di entusiasmo che soffocate dentro di voi sennò il padrone si arrabbia e vi giudica.

Certo, gli eccessi danno fastidio alla maggior parte delle persone, ma voi, da bravi servi fatti a immagine e somiglianza dei vostri padroni, vedete solo una parte degli eccessi, e non siete in grado di valutare gli eccessi opposti: quelli che subiamo a mezzo stampa, a mezzo parole degli opinionisti, a mezzo divulgazione televisiva, a mezzo sputi in faccia che quotidianamente ci arrivano da tutte le parti.

Ma voi, siete imperterriti, non vi smuovete, l’unica cosa che sapete fare è specificare che “io non sono come loro” perché i vostri padroni vi diano la possibilità di far parte di loro sì, ma tenendo le distanze e stando sempre sotto esame.

Ho grande compassione per voi perché voi, a differenza “degli altri”, avreste gli strumenti per liberarvi dal giogo, ma non avete la forza né il coraggio di farlo: vi accontentate di essere considerati i migliori tra i peggiori.

Che pena!

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