Durante l’approfondimento serale in programma su La7 e condotto da Luca Telese e Marianna Aprile, siamo ormai abituati ad ascoltare le più grandi bugie, la più bieca narrazione ufficiale, le enunciazioni più intrise di retorica (sia ben chiaro, così come in qualunque altro spettacolo-cabaret del genere).
È capitato che io lo abbia seguito ieri sera, 3 agosto 2023, ed abbia anche avuto la sventura di ritrovare tra gli ospiti il cosiddetto giornalista Pietro Senaldi, direttore di una cartastraccia denominata Libero.
Ora, dopo aver accennato l’argomento Fassino e la abnorme stupidaggine che ha detto circa il suo stipendio, si è passato ad un altro argomento: il Reddito di Cittadinanza; e lì, quella miseria umana che corrisponde al nome di Pietro Senaldi, ha dato il peggio di sé.
Ecco la dinamica: una donna ha dichiarato che riceveva 600,00 euro al mese quale sussidio e, avendo una figlia da mantenere a scuola, arrotondava facendo la badante dalle 8:00 alle 20:00 per 300,00 euro al mese. Ora, perdendo la quota di RdC si trovava in enormi difficoltà e ha confessato che lei vorrebbe fare di tutto perché la figlia frequentasse l’Università.
Senza voler fare romanticherie a buon mercato, ma una mente ed un cuore normali, avrebbero avuto un moto di commozione, avrebbero sentito una vicinanza alle difficoltà di questa donna. O, quantomeno, si sarebbero scandalizzati di fronte al fatto che una persona che lavora 12 ore al giorno venga pagata con 300,00 euro al mese.
No! Il miserabile Pietro Senaldi che fa? Afferma che non capisce perché dovrebbe pagare lui per mandare la ragazza all’Università!
Beh, sarebbe fin troppo semplice rispondergli “se non altro perché noi tutti paghiamo te e la tua cartastraccia che può vivere solo grazie ai finanziamenti pubblici, e quindi se io pago te (persona che disprezzo profondamente perché ignobile), tu paghi per una persona che non può frequentare l’Università (e che tu disprezzi perché povera)”. Sembra che per Senaldi sia un concetto difficile da capire perché lui dà l’impressione di non capire né quello che dice né quello che scrive abituato com’è a scrivere solo ciò che gli viene ordinato (e in questo, ad onor del vero, è in buona compagnia di molti suoi colleghi) e a dire le cose cretine che fanno ridere solo lui.
Pensa, caro Pietro Senaldi, nemmeno nella tua pochezza umana riesci ad elevarti al di sopra di altri: dimostri di ragionare (scusa il termine esagerato) come un qualunque impiegatuccio che, più che del miglioramento del proprio modo di vivere, gode per il peggioramento di quello dei suoi simili.
Caro Pietro Senaldi, qualora non ti fosse chiaro il concetto, mi procuro il piacere di ripetertelo: sei un grande miserabile! Ovviamente insieme a tutti quelli che la pensano come te e applaudono alle tue sortite viscide, bavose, rancorose, incivili.
LA MISERIA UMANA DI PIETRO SENALDI VA “IN ONDA”
Durante l’approfondimento serale in programma su La7 e condotto da Luca Telese e Marianna Aprile, siamo ormai abituati ad ascoltare le più grandi bugie, la più bieca narrazione ufficiale, le enunciazioni più intrise di retorica (sia ben chiaro, così come in qualunque altro spettacolo-cabaret del genere).
È capitato che io lo abbia seguito ieri sera, 3 agosto 2023, ed abbia anche avuto la sventura di ritrovare tra gli ospiti il cosiddetto giornalista Pietro Senaldi, direttore di una cartastraccia denominata Libero.
Ora, dopo aver accennato l’argomento Fassino e la abnorme stupidaggine che ha detto circa il suo stipendio, si è passato ad un altro argomento: il Reddito di Cittadinanza; e lì, quella miseria umana che corrisponde al nome di Pietro Senaldi, ha dato il peggio di sé.
Ecco la dinamica: una donna ha dichiarato che riceveva 600,00 euro al mese quale sussidio e, avendo una figlia da mantenere a scuola, arrotondava facendo la badante dalle 8:00 alle 20:00 per 300,00 euro al mese. Ora, perdendo la quota di RdC si trovava in enormi difficoltà e ha confessato che lei vorrebbe fare di tutto perché la figlia frequentasse l’Università.
Senza voler fare romanticherie a buon mercato, ma una mente ed un cuore normali, avrebbero avuto un moto di commozione, avrebbero sentito una vicinanza alle difficoltà di questa donna. O, quantomeno, si sarebbero scandalizzati di fronte al fatto che una persona che lavora 12 ore al giorno venga pagata con 300,00 euro al mese.
No! Il miserabile Pietro Senaldi che fa? Afferma che non capisce perché dovrebbe pagare lui per mandare la ragazza all’Università!
Beh, sarebbe fin troppo semplice rispondergli “se non altro perché noi tutti paghiamo te e la tua cartastraccia che può vivere solo grazie ai finanziamenti pubblici, e quindi se io pago te (persona che disprezzo profondamente perché ignobile), tu paghi per una persona che non può frequentare l’Università (e che tu disprezzi perché povera)”. Sembra che per Senaldi sia un concetto difficile da capire perché lui dà l’impressione di non capire né quello che dice né quello che scrive abituato com’è a scrivere solo ciò che gli viene ordinato (e in questo, ad onor del vero, è in buona compagnia di molti suoi colleghi) e a dire le cose cretine che fanno ridere solo lui.
Pensa, caro Pietro Senaldi, nemmeno nella tua pochezza umana riesci ad elevarti al di sopra di altri: dimostri di ragionare (scusa il termine esagerato) come un qualunque impiegatuccio che, più che del miglioramento del proprio modo di vivere, gode per il peggioramento di quello dei suoi simili.
Caro Pietro Senaldi, qualora non ti fosse chiaro il concetto, mi procuro il piacere di ripetertelo: sei un grande miserabile! Ovviamente insieme a tutti quelli che la pensano come te e applaudono alle tue sortite viscide, bavose, rancorose, incivili.
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