IL SILENZIO “ASSORDANTE” DEL SUD DI FRONTE ALL’APPROVAZIONE DEL DDL SULL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA
Una sollevazione di massa di milioni di persone residenti a Sud della penisola italica avrebbe dovuto accompagnare la vergognosa approvazione del ddl sull’autonomia differenziata, che infliggerà il colpo “quasi” mortale a quest’area sottoposta a colonizzazione da 162 anni. Un colpo ben assestato, che non comprometta definitivamente alcune funzioni vitali di un corpo utile a garantire in maniera costante lo sviluppo dell’area nord. Funzioni di sopravvivenza del colonizzato tenute al minimo, monitorate dal colonizzatore, mantenute sotto la soglia di “risveglio” e costantemente nutrite dai media, oggi come negli anni che precedettero il risorgimento, dove la stampa direzionava pensieri e azioni: “…nel 1787 il deputato Edmund Burke la definì “quarto potere” e negli anni che precedettero il risorgimento non vi fu personaggio politico che non possedesse un giornale o che vi collaborasse, da Risorgimento di Cavour e Cesare Balbo; Il Lampione di Carlo Lorenzin (meglio conosciuto come Collodi, autore di Pinocchio); La Croce di Savoia di Ruggero Bonghi; Il Progresso, a cui collaboravano Bertrando Spaventa, Giuseppe Del Re, Francesco Crispi, Camerini, Tecchio, Depretis; Il Monitore, collaboratori Stanislao Mancini, Emilio Broglio, Enrico Amari; Il Piccolo Corriere d’Italia di La Farina; La Concordia, a cui collaboravano Riccardo Sineo, Federico Menabrea. Senza contare L’Indipendente, fondato da Alexandre Dumas (noto calunniatore dei Borbone) per volere di Garibaldi, che vide la luce l’11 ottobre 1860. Una diffusione capillare del pensiero massonico… su cui veniva costruita l’intera trama, a legittimazione di ogni loro azione…la stampa aveva il potere di direzionare i pensieri e le azioni degli individui. La tesi verrà ripresa nel 1921 dal giornalista Walter Lippmann, il quale parlò più diffusamente della creazione di stereotipi, da cui l’opinione pubblica veniva influenzata attraverso le parole e i simboli… (Lippmann aveva lavorato per il CPI, comitato sorto con lo scopo di influenzare l’opinione pubblica attraverso la diffusione di immagini riviste, filmati, per promuovere la partecipazione degli Stati Uniti alla prima guerra mondiale), Bernard Cohen, docente di scienze politiche all’Università del Wisconsin, fu ancora più esplicito arrivando a dare l’appellativo di “Agenda Setting” per definire la manipolazione mediatica: […]… la stampa ha un potere sorprendente nel suggerire ai propri lettori intorno a cosa pensare […] il mondo apparirà diverso a persone diverse in relazione alla mappa disegnata dai giornalisti, dai direttori e dagli editori dei giornali che loro leggono…” [da “Mal Trattati” di Annamaria Pisapia]. Il silenzio assordante del Sud assume, dunque, l’amaro significato di assenso di un automa, a cui è concesso, tutt’al più, di indignarsi o di chiedere un po’ di clemenza. Non sia mai venisse in mente al colonizzato di dirigere i giochi. Eppure ne avrebbe tutte le possibilità. Basterebbe “calare” un po’ di richieste (tenuto conto che quel pseudo residuo fiscale di cui si fanno vanto è in gran parte costituito dalle tasse derivanti da quei 72 miliardi di euro annui versati dal Sud nelle casse del settentrione determinato dall’acquisto di prodotti del nord, solo la Lombardia annualmente esporta nel Mezzogiorno un quarto della sua produzione):
1) superamento spesa storica;
2) determina dei Lep;
3)versamento delle tasse da parte delle aziende produttrici sui territori d’acquisto;
4) le gare d’appalto avvengano tra società meridionali con sede legale nel territorio ( la società coopculture veneta gestisce quasi per intero i siti archeologici, museali del Sud);
5) le aziende produttrici del nord provvedano al versamento di una tassa per lo smaltimento degli imballaggi dei prodotti venduti al Sud.
A queste condizioni l’autonomia la cominciamo noi, e con tanti saluti.
Il sempre verde “Ccà nisciuno è fesso” è un termine coniato a Napoli, cominciamo a rispolverarlo, che l’abbiamo lasciato impolverare per inutilizzo.
Eccovi qua, tutti pronti ad inginocchiarvi e pentirvi di fronte al vostro padrone, il civilissimo Nord! Vi siete affrettati a diffondere video, articoli, post, interventi
IL SILENZIO “ASSORDANTE” DEL SUD DI FRONTE ALL’APPROVAZIONE DEL DDL SULL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA
Una sollevazione di massa di milioni di persone residenti a Sud della penisola italica avrebbe dovuto accompagnare la vergognosa approvazione del ddl sull’autonomia differenziata, che infliggerà il colpo “quasi” mortale a quest’area sottoposta a colonizzazione da 162 anni. Un colpo ben assestato, che non comprometta definitivamente alcune funzioni vitali di un corpo utile a garantire in maniera costante lo sviluppo dell’area nord. Funzioni di sopravvivenza del colonizzato tenute al minimo, monitorate dal colonizzatore, mantenute sotto la soglia di “risveglio” e costantemente nutrite dai media, oggi come negli anni che precedettero il risorgimento, dove la stampa direzionava pensieri e azioni: “…nel 1787 il deputato Edmund Burke la definì “quarto potere” e negli anni che precedettero il risorgimento non vi fu personaggio politico che non possedesse un giornale o che vi collaborasse, da Risorgimento di Cavour e Cesare Balbo; Il Lampione di Carlo Lorenzin (meglio conosciuto come Collodi, autore di Pinocchio); La Croce di Savoia di Ruggero Bonghi; Il Progresso, a cui collaboravano Bertrando Spaventa, Giuseppe Del Re, Francesco Crispi, Camerini, Tecchio, Depretis; Il Monitore, collaboratori Stanislao Mancini, Emilio Broglio, Enrico Amari; Il Piccolo Corriere d’Italia di La Farina; La Concordia, a cui collaboravano Riccardo Sineo, Federico Menabrea. Senza contare L’Indipendente, fondato da Alexandre Dumas (noto calunniatore dei Borbone) per volere di Garibaldi, che vide la luce l’11 ottobre 1860. Una diffusione capillare del pensiero massonico… su cui veniva costruita l’intera trama, a legittimazione di ogni loro azione…la stampa aveva il potere di direzionare i pensieri e le azioni degli individui. La tesi verrà ripresa nel 1921 dal giornalista Walter Lippmann, il quale parlò più diffusamente della creazione di stereotipi, da cui l’opinione pubblica veniva influenzata attraverso le parole e i simboli… (Lippmann aveva lavorato per il CPI, comitato sorto con lo scopo di influenzare l’opinione pubblica attraverso la diffusione di immagini riviste, filmati, per promuovere la partecipazione degli Stati Uniti alla prima guerra mondiale), Bernard Cohen, docente di scienze politiche all’Università del Wisconsin, fu ancora più esplicito arrivando a dare l’appellativo di “Agenda Setting” per definire la manipolazione mediatica: […]… la stampa ha un potere sorprendente nel suggerire ai propri lettori intorno a cosa pensare […] il mondo apparirà diverso a persone diverse in relazione alla mappa disegnata dai giornalisti, dai direttori e dagli editori dei giornali che loro leggono…” [da “Mal Trattati” di Annamaria Pisapia]. Il silenzio assordante del Sud assume, dunque, l’amaro significato di assenso di un automa, a cui è concesso, tutt’al più, di indignarsi o di chiedere un po’ di clemenza. Non sia mai venisse in mente al colonizzato di dirigere i giochi. Eppure ne avrebbe tutte le possibilità. Basterebbe “calare” un po’ di richieste (tenuto conto che quel pseudo residuo fiscale di cui si fanno vanto è in gran parte costituito dalle tasse derivanti da quei 72 miliardi di euro annui versati dal Sud nelle casse del settentrione determinato dall’acquisto di prodotti del nord, solo la Lombardia annualmente esporta nel Mezzogiorno un quarto della sua produzione):
1) superamento spesa storica;
2) determina dei Lep;
3)versamento delle tasse da parte delle aziende produttrici sui territori d’acquisto;
4) le gare d’appalto avvengano tra società meridionali con sede legale nel territorio ( la società coopculture veneta gestisce quasi per intero i siti archeologici, museali del Sud);
5) le aziende produttrici del nord provvedano al versamento di una tassa per lo smaltimento degli imballaggi dei prodotti venduti al Sud.
A queste condizioni l’autonomia la cominciamo noi, e con tanti saluti.
Il sempre verde “Ccà nisciuno è fesso” è un termine coniato a Napoli, cominciamo a rispolverarlo, che l’abbiamo lasciato impolverare per inutilizzo.
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