IL FILM “‘A MUZZARELL”

Diego Santangelo, regista del film “’A muzzarell” avrà pensato di fare un film sul recupero e la redenzione di ragazzini di strada, abituati a muoversi in periferie degradate tra droga, delinquenza e prostituzione.
Si sarà sentito un genio quando, a completare la stesura del suo progetto, avrà pensato di ambientarlo nella provincia di una grande città: Milano, Torino, Roma… no, Napoli, meglio Napoli.
Il pubblico di razzisti decerebrati sarà contento e il film incasserà tanto; sì, perché il pubblico di razzisti decerebrati è convinto che il degrado italiano sia tutto concentrato a Napoli mentre ritiene le altre città estensioni naturali del paradiso.
Già questa considerazione mi aveva spinta a non guardare il film, ma ho deciso di “resistere” e l’ho guardato andando avanti per un po’.
Fino al momento in cui, forse a dieci minuti dall’inizio, c’è un uomo in auto che ascolta la canzone “Scapricciatiello” mentre scorrono i sottotitoli; sul verso “alluntanate ’a ’sta maesta” ho un moto di stupore: la traduzione è “allontanati da sua Maestà” nella prima strofa e “allontanati da sua “altezza” nella seconda.
A quel punto ho smesso di guardare il film, ho smesso perché indispettita e indignata dall’uso sciatto e trasandato che si fa del nostro dialetto! Non è possibile che esso debba essere storpiato in questo modo, non è giusto! Evidentemente gli orrori di dialetto e di traduzione de “L’amica geniale” hanno fatto scuola.
Sì, perché nel testo di “Scapricciatiello” la parola dialettale “maesta” indica una donna che esercita potere sul popolo, che ha tratti caratteriali fatti di prevaricazione, arroganza, prepotenza, che domina le altre donne del vicinato, e quindi non c’entra un cavolo né con Maestà né con Altezza.
Un’altra cosa: il modo giusto per scrivere il titolo, è “’A muzzarella”, senza la “a” finale non si trova nemmeno nei minimarket pakistani.
METTITEVE SCUORNO che tradotto con ipotetico sottotitolo, vuol dire VERGOGNATEVI.