Ci sono compagnie di attori che arbitrariamente si definiscono “professioniste” e poi c’è Il Barattolo – La compagnia di Ornella che, immagino, per rispetto di ognuno dei componenti per la propria posizione lavorativa, si definisce “amatoriale”; eppure, in un cartellone di teatro vero, darebbero dei punti a molti professionisti.
Venerdì 10, sabato 11 e domenica 12 maggio hanno portato in scena al Teatro Immacolata un classico di Eduardo De Filippo, la celeberrima Napoli milionaria; una versione “pulita” senza contaminazioni e senza forzature personali del regista (il bravissimo Luigi Migliaccio che da oltre vent’anni dirige il gruppo), dimostrando che si può ancora fare dell’ottimo teatro quando c’è il supporto del testo e non ci sono velleità falsamente innovative.
Era la prima esibizione dopo la scomparsa di Ornella Girimonte, attrice e anima della Compagnia della quale, chi l’ha conosciuta, conserverà sempre un bellissimo ricordo.
Il nucleo storico degli attori: Elio Coppola (nel ruolo di Gennaro Iovine), Fridia Colonna (che dato voce e corpo ad Amalia), Nando Pepe (nel ruolo del Brigadiere Ciappa), Carmen De Rocco (che ha interpretato Adelaide Schiano), affiancati dall’amico di vecchia data Peppino Colace (calatosi nei panni di ’O miezo preveto), ha saputo reggere con maestria l’impatto emozionale ed è facile immaginare quanto sia stato importante e impegnativo il lavoro fatto da Luigi Migliaccio per evitare cedimenti emotivi, tra l’altro comprensibili e giustificabili.
Tutti all’altezza gli altri interpreti: Raffaella Russo (Maria Rosaria), Gianluca Leone (Amedeo), Americo Di Natale (Errico “settebellizze”), Diego Conte (Peppe ‘o cricco), Fausto Piccolo (ragioniere Spasiano), Giuseppe D’Amico (Federico), Loredana Postiglione (la dottoressa), Bruno Balboni (Pascalino ‘o pittore), Sara Pinto (Assunta), Anna Donato (Donna Peppenella), Giulia Ciullo (Teresa), Marinella Di Natale (Margherita), Franco Londino (Garibaldi “il muto”).
Tutti gli interpreti sono stati scelti in base a caratteristiche fisiche ed espressive perfettamente aderenti ai personaggi; altra caratteristica, questa, che ha sempre evidenziato scelte di spessore culturale e mai approssimative da parte del regista.
In sala qualcuno si chiedeva “perché proprio questa commedia”, la risposta è nelle note di regia di Luigi Migliaccio: “…la nostra Napoli milionaria vuole essere un grido contro l’indifferenza, una botta in testa che desti i sonnolenti, una scure che abbatta l’ignavia e un invito a indignarsi, a ribellarsi, perché ognuno di noi vale tanto e può contribuire a costruire una società migliore”.