nulla è più importante di ciò che sembra insignificante

FUORI TEMPO – N. 4 – Tra fragilità e furore: “Time Waits” di Bud Powell

Ristampato da Blue Note, Time Waits ci restituisce un Bud Powell maturo, sfibrato ma lucidissimo. Un disco in trio che suona come un ultimo assolo carico di urgenza e bellezza.

 

Time Waits” non è il primo disco a cui si pensa quando si parla di Bud Powell. Non è il più travolgente, né il più iconico ma forse è uno dei più veri. Registrato nel 1958, questo quarto volume della serie “The Amazing Bud Powell” ci mostra un artista in una fase fragile, ma non per questo meno significativa. Le ristampe più recenti – quella in vinile 180gr della Blue Note Classic Vinyl Series (2022) e quella in CD UHQ-CD prevista per il 2025 – riportano alla luce un lavoro che merita di essere ascoltato con attenzione, senza l’ombra dei suoi capolavori più celebrati.

 

Le due edizioni, seppur diverse nei formati, sono accomunate da una grande cura tecnica:

Il vinile Classic Vinyl Series è stereo, completamente analogico, masterizzato da Kevin Gray a partire dai nastri originali e stampato su vinile da 180 grammi presso Optimal in Germania.

La ristampa in CD (UHQ-CD)Ultimate High Quality CD – utilizza nuove tecnologie di trasferimento e materiali ad alta definizione per offrire una riproduzione fedele del master originale. Il formato include obi-strip e riproduzione delle note di copertina originali.

 

Il trio che accompagna Powell è perfettamente calibrato: Sam Jones al contrabbasso e Philly Joe Jones alla batteria offrono un sostegno dinamico e discreto, capace di accompagnare Powell nei momenti più eccentrici così come in quelli introversi. Il risultato è un suono essenziale e sincero, seppure attraversato da una tensione costante, come se ogni frase musicale camminasse su un filo sottile tra controllo e smarrimento.

 

Il disco si apre con Buster Rides Again, mediamente veloce, energico, dal taglio be-bop classico. Powell conserva qui un’agilità sorprendente, quasi a voler dimostrare, in apertura, che la sua voce tecnica è ancora viva e presente.

 

Sub City è una delle tracce più interessanti dell’album: più ombrosa, articolata, con un andamento spezzato e linee melodiche oblique. Powell suona con un controllo teso, attraversato da lampi lirici e momenti di rarefazione che lasciano spazio al silenzio.

 

La title track, Time Waits, è una ballata profonda, raccolta, che condensa in pochi minuti tutta la contraddizione di questa fase del suo percorso: lirismo e discontinuità, calore e inquietudine. È il cuore emotivo del disco, e uno dei vertici espressivi della sessione.

 

Marmalade ha invece un andamento più giocoso e quasi ironico: il tema si muove in modo spigoloso, con un ritmo saltellante e qualche accento volutamente fuori posto. È una parentesi leggera, ma tutt’altro che superficiale.

 

Con Monopoly torna un Powell più solido, deciso. Il trio lavora con coesione, e la batteria di Philly Joe Jones aggiunge propulsione con un fraseggio secco ma inventivo. Il tema è compatto, e Powell vi ritorna con piacere.

 

John’s Abbey è uno dei brani più noti di Powell e anche uno dei più incisivi: costruito su un tema semplice ma carico di pathos, si sviluppa come una preghiera ostinata, ripetuta con variazioni minime ma significative. La sua intensità emotiva è palpabile, senza bisogno di sovrastrutture.

 

Dry Soul è il brano più enigmatico: il titolo stesso suggerisce un’essiccazione emotiva, una malinconia trattenuta. Powell lo affronta con rigore, ma anche con libertà. Il trio segue con discrezione, lasciando che il pianoforte si muova per esplorazione.

 

Infine, Sub City (Alternate take) chiude l’album con una versione diversa – forse più inquieta – del secondo brano. È come riascoltare un pensiero da un’altra angolazione: le stesse frasi, ma una luce differente, un passo più cauto, quasi disilluso.

 

Il tempo aspetta, dice il titolo. Ma la musica di Bud Powell, no.

È fatta per accadere, per spezzarsi, per essere colta nell’attimo esatto in cui succede.

E in Time Waits, forse più che altrove, quel tempo sembra davvero sospeso.

Per chi sa ascoltare, è un invito: fermarsi, e sentire.

 

Testo di A.V.O.

 

  • Titolo: Time Waits (The Amazing Bud Powell, Vol. 4)
  • Artista: Bud Powell Trio
  • Anno originale di pubblicazione: 1958
  • Etichetta: Blue Note Records
  • Ristampe recenti:

– Vinile 180gr (Blue Note Classic Vinyl Series, 2022)

– CD UHQ-CD (Blue Note Japan, in uscita 2025)

  • Formazione: Bud Powell (pianoforte) – Sam Jones (contrabbasso) – Philly Joe Jones (batteria)
  • Durata: 38 minuti
  • Tracce: 8

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