nulla è più importante di ciò che sembra insignificante

FIORENZO MADONNA, ATTORE FILOSOFO E UOMO FELICE

Fiorenzo Madonna è diventato attore per una serie di coincidenze che l’hanno felicemente accompagnato nel mondo della recitazione.
Era il 2005, lui era uno studente universitario iscritto alla facoltà di Fisica ed era tanguero per hobby; in quel periodo si presentò ad un’audizione che doveva selezionare ballerini per uno spettacolo da allestire per Unidansa, un festival universitario internazionale di danza, una coreografia che aveva come tema “La danza e la Fisica” da preparare in occasione del centenario della prima pubblicazione della teoria della relatività ristretta di Albert Einstein. Fu selezionato per il laboratorio che doveva preparare lo spettacolo con la coreografia curata da Anna Redi, attrice e coreografa di fama internazionale.
Inizia il lavoro e tutti gli artisti selezionati vengono sottoposti ad un allenamento molto impegnativo, anche da un punto di vista fisico (Fiorenzo in questo è avvantaggiato da un percorso yoga che aveva intrapreso precedentemente).
A seguito di questa esperienza, lascia la facoltà di Fisica e si iscrive a quella di Filosofia e comincia la sua avventura nel mondo del Teatro, le sue prime esperienze si realizzano in allestimenti curati proprio da Anna Redi.
Poi ha l’opportunità di prendere parte all’allestimento della “Trilogia della villeggiatura” di Carlo Goldoni nella compagnia di Toni Servillo, con questa messinscena fa moltissime tappe in Italia e all’estero.
A questo punto, Fiorenzo si prende una pausa dalla recitazione, si dedica esclusivamente allo studio e completa il corso di laurea in Filosofia.
Ma poi, quell’amore per la recitazione che gli sta crescendo dentro, lo porta a fondare la Compagnia “I pesci” con un gruppo di attori e registi messo insieme da Mario De Masi, attore, autore e regista avellinese. Il primo spettacolo realizzato ebbe subito un notevole successo ricevendo una Menzione Speciale nell’ambito del Premio Scenario, concorso riservato alle compagnie under 35, si trattava di “Pisci ʼe paranza”, seguirono “Supernova”, “La foresta” e “Caini” mentre è in allestimento “Sweet dreams” la cui drammaturgia è di Mario De Masi.
Ancora, l’attore napoletano si dedica al teatro impegnato realizzando rappresentazioni da testi classici, lo ritroviamo regista in un testo tratto da “Memorie del sottosuolo” di Fëdor Dostoevskij.
Da tre anni, con la Compagnia fondata e diretta da Ludovica Rambelli, è in giro con performance di Tableaux Vivants, suggestivi spettacoli che coinvolgono gli spettatori con la riproposizione di celebri quadri.
E poi c’è il Cinema; e anche questo arriva per caso: nasce da uno spettacolo teatrale con il quale era impegnato ad Acireale al Festival Villa Pennisi in Musica, rassegna che vede alla Direzione Artistica il violinista David Romano. Era il 2017 e la rappresentazione ebbe un particolare spettatore: il produttore Simone Gattoni che cercava un attore per un corto dal titolo “Frontiera” ispirato al naufragio di migranti del 2013, scritto da Ezio Abbate e diretto da Alessandro Di Gregorio; il produttore lo vide, lo propose al regista il quale lo scritturò per le riprese a Lampedusa. Il corto vinse il David di Donatello e ciò spinse ancora di più Fiorenzo verso il cinema.
Si affida, quindi, all’agente Peppe Mastrocinque e fa varie esperienze (tra le più significative quella del ruolo di Attilio nel film “Sabato, domenica e lunedì” diretto Edoardo De Angelis).
E poi, nel 2023, arriva il provino e la scrittura per il ruolo di Eduardo Sabbiese nel daily drama “Un posto al sole”. Per Fiorenzo è un’esperienza felice in un programma di successo (successo che lui pensa sia legato ai tanti temi affrontati con diverse linee narrative). Il clima che trova entrando in un cast consolidato da circa trent’anni di ininterrotta programmazione, è di grande accoglienza e familiarità; ovviamente il legame più forte è quello che si è sviluppato con i colleghi con cui recita più frequentemente, e quindi: Imma Pirone, Daniela Ioia, Luigi Miele; tuttavia, ha grande stima e ammirazione per tutto il cast, i tecnici, gli autori.
“Fiorenzo” gli chiedo, “quanto è importante una laurea in Filosofia in questo tipo di lavoro?”
E lui mi risponde: “Credo che aiuti molto, perché leggere un testo avendo la coscienza di studi filosofici, significa avere a disposizione un bel po’ di strumenti”.

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