Si parla molto, anzi moltissimo, di due crimini contro le donne: lo stupro ed il femminicidio, entrambi commessi, di solito, da ‘sedicenti’ amici e ‘sedicenti’ innamorati, che tali non si rivelano nel commettere il loro crimine.
Non si parla mai però di un altro crimine che in fondo sostiene e sottende entrambi. Un crimine commesso non da un singolo individuo o da un gruppo, ma da una intera Istituzione: lo Stato. Sì, lo Stato di questo Paese è l’autore di un crimine odioso fondato sulla discriminazione e che consiste nella mancata applicazione dell’art. 37 della Costituzione, ossia la parità di salario tra maschi e femmine a parità di qualifica e di mansione. Questa discriminazione di tipo economico sancisce in modo tangibile il minor valore che per questo Stato ha una donna rispetto ad un uomo; quindi, conferma a quei ‘sedicenti’ uomini che le donne valgono meno di loro e che te ne puoi servire a tuo piacimento. Te ne puoi anche approfittare.
Se lo fa, con tutta evidenza, lo Stato! Che lo fa, eccome se lo fa! E non si rappresenta lo Stato come il “buon padre di famiglia”? Colui il quale dà il ‘buon’ esempio, che tanto buono non è, ma forse crede che nessuno se ne accorga, che a nessuno importi cambiare questa prassi, tranne alle donne, ovviamente. Ma facciamo in modo di tenerle sotto ricatto di licenziamento, della mancanza di posti di lavoro, oppure con la lusinga di elargizione di qualche privilegio così stanno zitte e buone al loro posto dando magari anche una mano a tenere zitte e quiete le altre, come delle kapò, il sistema è collaudato, e funziona. Ma il crimine c’è, è evidente e costituisce l’esempio comportamentale per stupratori e assassini delle loro compagne.
Il singolo o la moltitudine vengono educati dall’esempio, non dai discorsi, per quanto belli possano essere, e l’esempio dato dallo Stato italico ai suoi cittadini, maschi e femmine, è quella mancata applicazione dell’articolo 37 della Costituzione, che ha avuto ben oltre 70 anni di tempo per poterlo fare!!!
Si continuano a fare vuote dichiarazioni di presunta ‘uguaglianza’ mai attuata e che si scontra con la realtà che tutti noi viviamo: a parità di qualifica e di mansione un uomo viene pagato di più rispetto a una donna.
Ora che abbiamo una Presidente del Consiglio donna, madre e cristiana si occuperà con il suo Governo di questo Crimine di Stato per porvi finalmente fine? Sarebbe un bel segno. Noi glielo chiediamo!
Eccovi qua, tutti pronti ad inginocchiarvi e pentirvi di fronte al vostro padrone, il civilissimo Nord! Vi siete affrettati a diffondere video, articoli, post, interventi
CRIMINE DI STATO
Si parla molto, anzi moltissimo, di due crimini contro le donne: lo stupro ed il femminicidio, entrambi commessi, di solito, da ‘sedicenti’ amici e ‘sedicenti’ innamorati, che tali non si rivelano nel commettere il loro crimine.
Non si parla mai però di un altro crimine che in fondo sostiene e sottende entrambi. Un crimine commesso non da un singolo individuo o da un gruppo, ma da una intera Istituzione: lo Stato. Sì, lo Stato di questo Paese è l’autore di un crimine odioso fondato sulla discriminazione e che consiste nella mancata applicazione dell’art. 37 della Costituzione, ossia la parità di salario tra maschi e femmine a parità di qualifica e di mansione. Questa discriminazione di tipo economico sancisce in modo tangibile il minor valore che per questo Stato ha una donna rispetto ad un uomo; quindi, conferma a quei ‘sedicenti’ uomini che le donne valgono meno di loro e che te ne puoi servire a tuo piacimento. Te ne puoi anche approfittare.
Se lo fa, con tutta evidenza, lo Stato! Che lo fa, eccome se lo fa! E non si rappresenta lo Stato come il “buon padre di famiglia”? Colui il quale dà il ‘buon’ esempio, che tanto buono non è, ma forse crede che nessuno se ne accorga, che a nessuno importi cambiare questa prassi, tranne alle donne, ovviamente. Ma facciamo in modo di tenerle sotto ricatto di licenziamento, della mancanza di posti di lavoro, oppure con la lusinga di elargizione di qualche privilegio così stanno zitte e buone al loro posto dando magari anche una mano a tenere zitte e quiete le altre, come delle kapò, il sistema è collaudato, e funziona. Ma il crimine c’è, è evidente e costituisce l’esempio comportamentale per stupratori e assassini delle loro compagne.
Il singolo o la moltitudine vengono educati dall’esempio, non dai discorsi, per quanto belli possano essere, e l’esempio dato dallo Stato italico ai suoi cittadini, maschi e femmine, è quella mancata applicazione dell’articolo 37 della Costituzione, che ha avuto ben oltre 70 anni di tempo per poterlo fare!!!
Si continuano a fare vuote dichiarazioni di presunta ‘uguaglianza’ mai attuata e che si scontra con la realtà che tutti noi viviamo: a parità di qualifica e di mansione un uomo viene pagato di più rispetto a una donna.
Ora che abbiamo una Presidente del Consiglio donna, madre e cristiana si occuperà con il suo Governo di questo Crimine di Stato per porvi finalmente fine? Sarebbe un bel segno. Noi glielo chiediamo!
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