nulla è più importante di ciò che sembra insignificante

LE FAKE GALOPPANO

Sembra una sciocchezza, ma la diffusione sulle bacheche della diffida a FB dall’usare le proprie foto, dà l’esatta percezione di quanto non siamo più abituati a pensare.

Basta una persona qualunque che un giorno decide di diffondere una falsa notizia e tutti, come un unico gregge belante, si accodano.

Questo su un social dove tutto si risolve tra una cordiale presa in giro e una risata.

Ma immaginiamo la stessa situazione proiettata sull’informazione “ufficiale”: ci rendiamo conto che qualunque notizia viene veicolata senza controllo (o, forse, opportunamente controllata) e, soprattutto, come la gente la assimila e la fa sua?

Così è accaduto per il Covid, così per il conflitto russo-ucraino, così per il massacro israeliano.

Opinione pubblica indirizzata a pensare in un certo modo, a farsi dettare nemici e amici.

Ovviamente non è cominciato ora il condizionamento, forse c’è sempre stato e avveniva solo attraverso la carta stampata: libri di storia, libri di narrativa e giornali, perfino canzoni e poesie.

È ovvio che l’avvento della tecnologia abbia accorciato i tempi del condizionamento e abbia fatto sì che tutto fosse disponibile per tutti in tempo reale. E perché il condizionamento fosse più efficace, sono stati posti a controllare la veridicità di alcune affermazioni gli stessi che certe affermazioni le mettono in giro; sempre valido l’antico dilemma “chi controlla il controllore”?

Ciò induce ad una riflessione più ampia e che, necessariamente, deve andare più indietro nel tempo: cosa è vero di ciò che abbiamo imparato sui libri di storia? Si sa che la storia la scrivono i vincitori e già questo dovrebbe consigliare cautela nell’accettare per “vero” tutto ciò che ci è stato tramandato.

Valga per tutto la Storia del Risorgimento mai veramente narrata per come è avvenuta.

Non ci facciamo domande, preferiamo farci dettare linee di condotta e pensieri.

La manipolazione delle menti non è una novità, ma quando lo si afferma c’è chi storce il naso e fa finta di non accettarlo o, più probabilmente, è stato già tarato sulla non accettazione del pensiero critico.

Già quando sento dire che un’opinione va contestata perché “non è certo il Vangelo”, mi viene un moto di ribellione: ma perché, il Vangelo (o i Vangeli) non è forse un racconto fatto da uomini che avevano l’esigenza di imporre un Credo? I Vangeli sono forse la “Verità”?

Riappropriamoci delle nostre menti, vi prego! Non può che farci del bene.

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