“Il canto è nato con me”.
Con questa sua bella affermazione, inizia il mio incontro con Francesca Marini, una grande artista con l’animo nobile.
Ed è vero, il canto nasce proprio con lei, visto che già nelle sue fantasie di bambina le sue bambole erano cantanti alle quali lei prestava la propria voce. Un’infanzia felice quella di Francesca che ha vissuto i primi anni della sua vita con i nonni materni in quanto i genitori erano impegnati nei rispettivi lavori; poi, alla fine della scuola elementare, e nel mentre la famiglia si era arricchita con la nascita di un fratello e quattro sorelle, si è riunita al proprio nucleo lasciando il cuore e l’anima nella casa della sua infanzia e particolarmente negli occhi e nei sentimenti della sua adorata nonna che è stata, per sempre, il suo faro.
Inizialmente sognava di diventare una cantante per bambini, sulla scia di Cristina D’Avena di cui era grande ammiratrice; in realtà, si è resa conto col tempo, lei amava il mondo dell’infanzia e ancora oggi, quando canta, sa che con la sua arte riesce a comunicare con la parte “bambino” che vive in ogni adulto e certamente è per questo che durante le sue esibizioni lei emoziona e si emoziona.
Ma non solo, lei riesce a creare questo scambio emozionale col suo pubblico soprattutto perché si racconta, anche con le sue debolezze, anche con i suoi problemi e spesso ha parlato anche del disturbo alimentare che si è portata appresso per anni. Chi la ascolta, la sente vicina e sincera e non può che emozionarsi.
La sua carriera, anticipata da esibizioni in famiglia e partecipazioni a feste private, inizia ufficialmente nel 1998 quando, unitamente a tutta la sua famiglia si recò in un locale per il cenone di Capodanno; in quel locale si esibiva un gruppo musicale e fu così che un suo zio si avvicinò al cantante del gruppo, Roberto Criscuolo, e gli chiese di far esibire la giovanissima Francesca. Che in quell’occasione cantò “People” e “New York New York”, la scelta di questi testi colpì Roberto e, soprattutto, gli fece valutare le grandi qualità di Francesca. Da quel momento lei cominciò ad esibirsi con il gruppo soprattutto nell’ambito del piano bar. Ma, contemporaneamente, nacque un sodalizio inscindibile con Roberto che l’ha seguita e la segue tuttora come manager e consulente musicale; una scelta, quella di Roberto, per la quale Francesca gli è molto grata perché lui ha dimostrato tutta la sua generosità mettendo da parte la propria carriera di cantante e batterista per occuparsi esclusivamente di lei.
Intanto Francesca conosce Nino D’Angelo (per il quale ha grande stima e ammirazione) e comincia ad interessarsi alla canzone classica napoletana, repertorio che fino a quel momento non aveva mai affrontato e, prima su YouTube e poi conoscendole personalmente, si imbatte in due miti: Giulietta Sacco e Angela Luce.
E viene poi l’incontro con Claudio Mattone: con la sua regia, Francesca ha partecipato come guest star (insieme ai Neri Per Caso) ad uno spettacolo al Teatro Augusteo il cui protagonista era Sal Da Vinci; e poi Mattone le ha prodotto un disco dal titolo “Anime napoletane – vol. 2°”.
Ma per Francesca non c’è solo la canzone: dietro l’angolo l’aspetta l’appuntamento col teatro, ancora una volta con un mito: Peppe Barra; con Barra rimane per dodici anni andando in scena con “La cantata dei pastori”, con “Amore e Psiche” e partecipando ad alcuni suoi concerti; tale generosità non è da tutti e per questo Francesca ne esalta le qualità umane e sente per lui profonda gratitudine.
Così come per Nino D’Angelo che la volle per interpretare la canzone finale del film “Aitanic” e, nonostante lei si trovasse all’estero per dei concerti, decise di aspettare che tornasse senza affidare ad altri l’interpretazione.
Francesca Marini diventa sempre più consapevole delle sue capacità e, soprattutto, sempre più cosciente che la ricerca del suo repertorio debba essere orientato esclusivamente verso canzoni che ama perché, come lei stessa afferma, “cantare è il mio modo di stare al mondo”.
Un altro incontro importante è quello che avviene con Gaetano Liguori, regista e Direttore Artistico del Teatro Totò di Napoli. Il primo risultato di questo incontro è la partecipazione al musical “Pascià” con Peppe Lanzetta e Federico Salvatore; seguono poi dei tributi che Francesca fa alle canzoni che ama e agli artisti che stima, nascono così “Verso il mito – Edith Piaf” di Gaetano Liguori, Gianmarco Cesario e Antonio Mocciola con Massimo Masiello, “Si turnasse a nascere – Nino D’Angelo tribute” di Roberto Criscuolo, “Mina tribute – La mente torna” di Antonio Mocciola e Gaetano Liguori.
Un’artista che sente molto vicina a sé è sicuramente Edith Piaf della quale condivide un famoso pensiero: “Spero di morire prima di non riuscire più a cantare”; una canzone che ama al di sopra di tutte è proprio della Piaf, la celeberrima “Hymne à l’amour”.
Durante il prossimo inverno potremo vedere Francesca al Trianon, al Totò, al Lendi dove presenterà gli spettacoli-tributo che tanto ama e che tanto piacciono al pubblico.