nulla è più importante di ciò che sembra insignificante

UNA VALIGETTA 24 ORE

Mi è capitato di assistere ad un episodio che raccoglie in sé diversi elementi: i conti che si devono fare con la crisi che stiamo vivendo, la necessità di fare una bella figura con un regalo importante, una famiglia che si imparenta con un’altra di ceto socio-economico più elevato e, come sempre, l’immancabile ironia partenopea!

Ero in un negozio di pelletterie e davo un’occhiata in giro per procedere, dopo aver fatto un po’ di valutazioni tra vari punti vendita, all’acquisto di una borsa. Quello in cui stavo curiosando era un negozio molto importante, sapevo che non avrei acquistato nulla, ma mi serviva comunque come riferimento. Mentre guardavo sugli scaffali scrutando prezzi e modelli, entrarono nel negozio due donne, una molto giovane, l’altra decisamente molto adulta.

La commessa si fece loro incontro e subito disse la fatidica frase:

“Buongiorno, come posso aiutarvi?”

“Buongiorno” risposero le due, poi cominciò a parlare la donna: “Signorina, mia figlia si è fidanzato con un giovanotto molto perbene che adesso si deve laureare e gli vogliamo fare un bel regalo…”

“Mamma” intervenne la ragazza, “non è che dobbiamo raccontare tutta la storia” poi, rivolta alla commessa aggiunse: “Vorremmo vedere una 24 ore di ottima qualità.”

Alla commessa, che evidentemente era retribuita anche con le provvigioni sul venduto, cominciarono a brillare gli occhi e chiese su che cifra fossero orientate le due.

“Dipende dalla borsa” rispose la ragazza.

La commessa si allontanò sorridendo e la mamma approfittò per sussurrarle: “Figlia mia, nun te scurdà che dipende soprattutto dalla nostra borsa!”

Notai la gomitata con la quale la ragazza mise a tacere la mamma.

Arrivò la commessa con alcune pregiatissime valigette 24 ore: tutte realizzate dai più famosi stilisti, una in particolare aveva come accessori rifiniture in oro e, ovviamente una penna stilografica di grande marca già inserita nel relativo scomparto. E la commessa che decantava la qualità dei modelli presentati: la pelle, il sistema di chiusura, il vano per il PC portatile, il vano per il telefonino, il vano porta-documenti e mille altre cose che sembrava impossibile fossero tutte racchiuse nella borsa. Poi presentò gli altri modelli cosiddetti inferiori, in realtà le valigette erano tutte bellissime e costosissime.

La mamma guardava a turno la figlia, le borse, la commessa; evidentemente cominciò ad avere sentore che le cifre richieste sarebbe state eccessive e cominciò a sua volta a dare gomitate alla ragazza, la quale sembrava non darsene per inteso e parlando alla commessa, ma facendo in modo che la mamma comprendesse, non faceva che dire che dovevano fare bella figura, che la famiglia del ragazzo era gente perbene, che non potevano fare un regalo di basso livello.

“Queste borse vanno da un minimo di ottocentocinquanta ad un massimo di duemilatrecento euro” comunicò la commessa.

In quel momento squillò il telefono, la commessa si allontanò e la mamma ne approfittò: si rivolse alla ragazza e a bassa voce le disse: “Marì, ma quale 24 ore! Tu al tuo fidanzato, sì e no ci puoi regalare una valigetta di una mezz’ora!”

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