nulla è più importante di ciò che sembra insignificante

SOIRÉE MORRICONE: ELEGANZA, MISURA, EMOZIONE

Il Quintetto Anedda incanta il pubblico del Festival Internazionale Mandolinistico con una rilettura misurata e intensa dei capolavori di Morricone

Il terzo appuntamento del Festival Internazionale Mandolinistico di Savona si è tenuto sabato 2 agosto nella suggestiva cornice della Fortezza del Priamar, con protagonista il quintetto a Plettro “Giuseppe Anedda” e un programma interamente dedicato alle musiche di Ennio Morricone. Un omaggio sentito e di rara misura, che ha saputo coniugare qualità esecutiva e profondità interpretativa, grazie a un progetto ben calibrato e a un pubblico partecipe, accorso numeroso con grandi aspettative.

La serata si è aperta con un’introduzione del Maestro Carlo Aonzo seguita da un breve intervento del sindaco Marco Russo che ha sottolineato l’importanza di una rassegna capace di generare valore culturale per la città, senza enfasi né retorica. Un’apertura sobria che ha introdotto con misura un concerto altrettanto essenziale e raffinato.

Il Quintetto Anedda – formato da Emanuele Buzi e Michele Mucci al mandolino, Valdimiro Buzi alla mandola, Andrea Pace alla chitarra e Emiliano Piccolini al contrabbasso – ha proposto una selezione di brani celeberrimi, rielaborati con grande cura e interpretati con affiatamento e misura. Ogni esecuzione è stata preceduta da brevi clip tratte dal documentario Ennio di Giuseppe Tornatore, che hanno offerto un contesto narrativo discreto ma efficace, aiutando il pubblico a entrare con maggiore consapevolezza nei mondi sonori evocati da Morricone.

L’inizio con Nuovo Cinema Paradiso ha posto subito l’accento su una delle caratteristiche principali dell’arrangiamento: la capacità di restituire, con questa formazione, l’intimità struggente di certe melodie. Il tema principale, ben noto anche ai meno esperti, è stato eseguito con una delicatezza che ha evitato ogni sentimentalismo, lasciando spazio alla risonanza emotiva naturale del brano.

Molto apprezzata, così come tutti i brani eseguiti, anche Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, con la sua trama armonica più tesa e dissonante, che ha offerto al quintetto l’occasione per esplorare un registro timbrico più inquieto, senza mai perdere chiarezza. A colpire, qui, è stato il modo in cui la partitura ha saputo mantenere l’ironia beffarda del brano originale, restituendola attraverso un gioco di accenti e pause ben controllato.

Con C’era una volta il West e Mission, il discorso si è fatto più ampio e lirico. In particolare, Gabriel’s Oboe è sembrato trovare nel timbro nitido del mandolino un alleato inaspettato: privo dell’oboe originale, ma non per questo meno commovente, il brano ha saputo conservare il respiro e la grazia che lo rendono uno dei più amati del repertorio morriconiano.

L’intervento del Maestro Carlo Aonzo, ospite per due dei brani più iconici (Mission e il Western Medley), è stato accolto con entusiasmo dal pubblico e ha aggiunto ulteriore valore simbolico alla serata. La sua presenza sul palco, discreta e partecipe, ha consolidato il senso di comunità e di condivisione artistica che caratterizza il festival.

Il programma ha compreso anche Metti una sera a cena, C’era una volta in America, La leggenda del pianista sull’oceano, concludendosi con il medley dedicato ai western di Leone, da Per un pugno di dollari a Il buono, il brutto e il cattivo, passando per Per qualche dollaro in più. Qui, l’organico ha potuto mettere in luce anche le capacità ritmiche e dinamiche del gruppo, in un’esecuzione che ha trovato il giusto equilibrio tra energia e rigore.

Il bis, richiesto a gran voce da una lunga standing ovation, ha portato in scena una Fantasia sui temi di Nino Rota per i film di Fellini e, a seguire, Yo soy Maria di Astor Piazzolla, in una versione brillante, vivace, capace di chiudere la serata con un tono di leggerezza e slancio.

La terza edizione del Festival si conferma così un progetto solido, in crescita, capace di offrire occasioni di ascolto originali senza perdere il contatto con il pubblico. L’impressione è quella di un evento che, pur mantenendo dimensioni contenute, riesce a generare valore culturale autentico. Soirée Morricone è stata una tappa significativa, all’insegna dell’eleganza, della misura e dell’emozione.

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