L’incontro con Antonella Prisco è quello con una donna intelligente, proiettata verso una costante e continua evoluzione del suo percorso artistico.
Percorso che è cominciato con un corso di recitazione e la partecipazione ad alcuni laboratori di specializzazione.
Facendo poi vari provini, ha avuto l’opportunità di fare i suoi primi spettacoli con Renato Carpentieri vivendo, come lei stessa afferma, “un’esperienza bellissima, sia da un punto di vista umano che formativo”; tra le altre opere, ricorda “Pulcinella vendicato” di Francesco Cerlone, un testo interamente in dialetto del 700 napoletano, andato in scena al Mercadante di Napoli e dove lei ricopriva il ruolo di Sabatella.
Un altro incontro significativo per la sua formazione di attrice fu quello che ebbe con Paolo Ferrari che conobbe sul set della fiction RAI “Orgoglio”; Antonella lo definisce una “persona meravigliosa”, con lui si confrontò e si rese conto di cosa significasse effettivamente fare il lavoro che aveva scelto.
All’inizio della sua carriera ha avuto anche un’esperienza radiofonica come conduttrice di una trasmissione su Radio Antenna 1, la trasmissione iniziava alle sei del mattino e, in maniera molto leggera, informava gli ascoltatori sugli eventi che si svolgevano in Campania. E ha partecipato anche a due concorsi vincendoli entrambi: “Nuovi talenti RAI” che vedeva come presidente della giuria Pippo Baudo, e poi in ambito teatrale il “Premio Franco Angrisano” la cui giuria era presieduta da Mario Verdone.
E arriviamo a quello che, fino ad ora, è il momento più importante del suo percorso artistico: la partecipazione al real drama “Un posto al sole” in cui l’ingresso del suo personaggio risale ad oltre dieci anni fa. Il suo ruolo è quello di Mariella, la vigilessa moglie di Guido che rende al meglio l’idea della classica moglie petulante, che crede di essere sempre nel giusto e che ritiene di dover mettere bocca dappertutto. È un ruolo che suscita molta ammirazione sui social, specialmente da parte di chi sa rendersi conto di quanto sia brava a rendere l’idea di un personaggio tanto diverso da lei; anzi, col suo personaggio lei condivide solo alcune caratteristiche positive: la lealtà verso le persone amiche e “giocare” a fare la psicologa per risolvere i problemi degli altri. Mentre queste caratteristiche la Mariella di “Un posto al sole” le mantiene, nella vita privata Antonella ha messo un punto fermo ed ha imparato ad usare il personaggio come un alter ego con cui confrontarsi.
Si sa, gli attori del real drama si incontrano con la frequenza degli impiegati di ufficio e, ovviamente, si creano tra loro legami profondi, soprattutto con quelli con cui si interagisce con maggiore frequenza; nel caso di Antonella è accaduto con Germano Bellavia, con Lara Sansone, con Giorgia Gianetiempo e Cosimo Alberti.
Ma, soprattutto, c’è da immaginare che il suo collega preferito sia il piccolo Vincenzo (suo figlio nella vita e sul set dove interpreta – divertendosi come se giocasse – il ruolo di Lollo), il piccolo Vincenzo è nato dal suo matrimonio con Nicola, un avvocato col quale è riuscita a creare un rapporto appagante e intelligente.
Lo scorso inverno Antonella è tornata al teatro con “Streghe da marciapiede” di Francesco Silvestri, diretta da Stefano Amatucci; nella prossima stagione lo spettacolo debutterà a Roma al Teatro Vittoria e durante l’inverno girerà diversi palcoscenici della Campania. Questa esperienza l’ha portata a legarsi molto agli interpreti della pièce, tutti suoi colleghi di “Un posto al sole”: Luisa Amatucci, Gina Amarante, Miriam Candurro, Peppe Romano. La messinscena è stata importante anche perché, a distanza di anni, l’ha portata di nuovo a recitare in dialetto, in questo caso cilentano; lei studia i dialetti e le piace usarli perché, afferma, “il dialetto restituisce un’autenticità che a volte l’italiano cerca di nascondere”.
Ancora a teatro, questa volta il Sannazaro messole a disposizione dalla sua amica Lara Sansone, è stata autrice del testo, regista e interprete della pièce “Cambiamenti” e non esclude di poterlo riproporre.
Durante questi ultimi anni, ha partecipato anche a “La sposa” con Serena Rossi, una fiction in cui si è trattato un tema tenuto ancora un po’ in sordina: quello dei matrimoni per procura e, ancora una volta ha recitato usando un dialetto, quello calabrese.
È inutile chiedere ad Antonella cosa si aspetta per il futuro perché lei risponderà “non lo so, vedremo dove mi porterà la strada che sto percorrendo”. Che non è fatalismo di superficie, ma è la consapevolezza che il futuro si costruisce, anche in maniera apparentemente inconsapevole, passo dopo passo, azione dopo azione, giorno dopo giorno.