Gina Amarante, volto molto noto al pubblico televisivo per la sua partecipazione a “Un posto al sole” dove è impegnata nel doppio ruolo delle gemelle Micaela e Manuela, decide fin da piccola che l’unica professione che vuole intraprendere è quella di attrice e, a dire il vero, nessuno la ferma.
Ci prova la mamma, non perché fosse contraria, ma solo per una questione organizzativa: negli anni della sua infanzia, la famiglia vive ad Angri dove non ci sono scuole di recitazione e allora, nel tentativo di crearle interessi alternativi, viene iscritta a corsi di nuoto, danza, ginnastica ritmica, ma quando Gina comunica che nessuna di queste attività la rende felice, la famiglia non ha più dubbi e la iscrive alla Scuola di Recitazione Teatrale di Gragnano diretta da Imma Cuomo, suo maestro è Gennaro Maresca; ma non basta ancora: Gina ha una grande passione anche per il cinema e quindi dopo circa due anni, si sposta alla scuola La Ribalta di Castellammare di Stabia. È ormai un’adolescente e, con grande maturità, per non gravare sul bilancio familiare con il pagamento di due corsi, nei fine settimana lavora in una sala da tè e si paga il corso di cinema.
Comincia poi a fare provini e lavora in ambito pubblicitario, poi la televisione ne “I bastardi di Pizzofalcone” e, soprattutto, in “Gomorra” dove nella III e IV stagione ricopre il ruolo di Maria, una donna totalmente diversa da lei. L’esperienza in “Gomorra” è stata molto importante, sia dal punto di vista emotivo che formativo e ne ha affinato le capacità attoriali.
Ed ecco che il cinema entra nella sua vita, fa alcuni provini e durante uno di essi conosce Miriam Candurro che si ritroverà come sorella nella soap di Rai3. Con Miriam scatta un colpo di fulmine di amicizia e si stabilisce un legame che lei stessa definisce “umano, empatico, emotivo”; ovviamente, pur avendo grande affetto per tutti i suoi colleghi di “Un posto al sole”, è proprio con Miriam che si stabilisce un rapporto speciale, tanto da farle sentire sorelle sia nella soap che nella vita.
Gina entra nel cast circa tre anni fa, quando gli autori decidono di far rientrare i personaggi delle gemelle che mancavano da qualche anno e, fatto il provino, viene scritturata. Ovviamente, con l’ingresso in un gruppo così affiatato dopo anni di condivisione del set, Gina teme di sentirsi un po’ a disagio, ma il gruppo è positivo, accogliente e per Gina incontrarsi con loro è come aprire un’altra porta di casa sua. E poi c’è l’amore del pubblico che, dal momento che permette a questo gruppo di entrare quotidianamente nelle proprie case, ha l’impressione di conoscerli uno per uno ed è pronto a difenderli sentendoli parte della famiglia. Oggi Gina è cosciente di vivere un’esperienza strepitosa, unica, che ogni attore sogna.
Ancora, nel cinema si incontra di nuovo con Miriam Candurro con la quale partecipa al film “Trentatré”, opera prima di Lorenzo Cammisa, è un film che narra la vita di tre ragazzi che intorno ai trent’anni sentono il peso di una provincia che condiziona il loro futuro; il suo personaggio si chiama Ramona ed è la fidanzata di Giuseppe, personaggio interpretato da Giuseppe De Rosa.
E poi c’è il teatro: lo scorso inverno è stato messo in scena lo spettacolo “Streghe da marciapiede” di Francesco Silvestri, con la regia di Stefano Amatucci, che la vede protagonista insieme a Luisa Amatucci, Miriam Candurro, Antonella Prisco, Peppe Romano, tutti attori che fanno parte del cast di “Un posto al sole”. Nella prossima stagione ci sarà il debutto al Teatro Vittoria di Roma e successivamente girerà in Campania.
Gina Amarante, che divide la sua vita privata con il compagno Pasquale, è certamente una donna felice, sempre pronta a nuove sfide perché, lei afferma “non posso fare a meno di fare questo lavoro perché per me non è un lavoro, è la vita”.
E questo suo amore per il lavoro, certamente lo trasmette ai suoi giovani allievi dei due Istituti nei quali insegna: l’Actors Lab diretto da Antonio Milo e l’Accademia di Acerra. La lezione più importante che si sente di impartire ai suoi giovani allievi (sono ragazzi di età compresa tra gli otto e i quattordici anni) è questa: i personaggi non si devono giudicare e bisogna imparare a conoscerli come si conosce sé stessi.
La sensibilità e la determinazione di cui Gina è dotata, la porteranno certamente a raggiungere gli alti traguardi a cui, legittimamente, aspira.