nulla è più importante di ciò che sembra insignificante

LUISA AMATUCCI, UN’ATTRICE NEL CUORE DI TUTTI

Essere discendente di una famiglia d’arte ed essere nipote di una delle più grandi attrici italiane, la straordinaria Isa Danieli, potrebbe far pensare che Luisa Amatucci abbia trovato sempre spalancate le porte dello spettacolo, magari saltando dei passaggi a cui normalmente gli attori si sottopongono. E invece no, lei è stata sempre scelta esclusivamente per le sue qualità e per la sua bravura e di ciò è particolarmente orgogliosa.

In realtà solo l’inizio fu agevolato da una profonda amicizia che la mamma poteva vantare, quella che legava Lina Wertmüller sia alla Danieli che a sé stessa. E tutto nacque da un evento molto triste: purtroppo il papà di Luisa venne a mancare quando lei, unica femmina dopo tre fratelli, aveva appena otto anni; la mamma, che da ragazza aveva lavorato come sarta, col matrimonio aveva smesso di lavorare, ma in quella fase la famiglia si trovò un po’ in difficoltà e la Wertmüller, che stava curando la regia del lavoro teatrale “Amore e magia nella cucina di mamma” che la vedeva anche autrice del testo, pensò bene di farle fare la sarta di Compagnia, ma non solo: poiché lei dichiarò che non si sarebbe mai separata dalla piccola Luisa, la regista scrisse un ruolo per la bambina che così debuttò in teatro.

Finita quest’esperienza, seguono altre esperienze in teatro che l’hanno portata dividere le scene con attori del calibro di Angela Pagano, Carlo Giuffrè e, addirittura, con Eduardo che la diresse in “Bene mio core mio”. Del grande drammaturgo ha un ricordo dolcissimo e racconta del suo modo di insegnare: egli si trasformava nel personaggio e mostrava visivamente come doveva essere reso sulla scena.

Poi, durante l’adolescenza si ferma perché si rende conto che la vita sul palcoscenico le ha rubato l’infanzia e decide di iscriversi all’Istituto Magistrale, quasi certa che non avrebbe mai fatto quel lavoro, ma è proprio durante quegli anni dedicati esclusivamente alla scuola che assiste alle prove della prima versione di “Ferdinando” di Annibale Ruccello che vedeva protagonista Isa Danieli e sente rifiorire il suo amore per il teatro, amore confermato quando assiste alla rappresentazione in teatro. E così, dopo aver conseguito il diploma, ha ben chiaro che il suo futuro lavorativo è quello di attrice e partecipa ad altre rappresentazioni come “Na santarella” per la regia di Luigi De Filippo, “Il contratto” diretta da Armando Pugliese e “Van Gogh” dove, per la prima volta, viene diretta dal fratello Stefano Amatucci. È di quegli anni una delle esperienze più belle: ricopre il ruolo di Gesualdina in “Ferdinando” e recita, con grande successo suo e dell’allestimento in generale, con la zia Isa.

Significative esperienze le ha avute anche nel mondo del cinema, tra le altre, diretta dalla Wertmüller in “Io speriamo che me la cavo” e “Ninfa plebea”; in quest’ultimo film, oltre a recitare, aveva un altro ruolo: quello di insegnare l’esatta pronuncia del napoletano a Raoul Bova, Stefania Sandrelli, Giuseppe De Rosa. Da segnalare il film “Caina” (vincitore del festival di Parigi), che ha girato il mondo raccogliendo grandi consensi, ma ancora non è arrivato in Italia. È tratto dal libro omonimo di Davide Morganti e la vede protagonista diretta dal fratello Stefano.

Ovviamente la sua notorietà da parte del grande pubblico la deve alla partecipazione alla storica soap “Un posto al sole” che la vede impegnata fin dalla prima puntata andata in onda il 21 ottobre 1996 e dove interpreta uno dei personaggi più amati, quello di Silvia, la proprietaria del Bar Vulcano luogo che, in sostanza, è il crocevia di tutte le storie perché in esso si ritrovano tutti i personaggi che hanno bisogno di ristoro.

Anche lei, come tutti gli altri interpreti, vive il gruppo di lavoro come quello di una grande famiglia. Intelligentemente avverte la sua presenza quotidiana nelle case degli italiani come una grande responsabilità e, per governare al meglio questa responsabilità, lei afferma che “bisogna conoscere e saper usare il prodotto perché è evidente che noi trasmettiamo un messaggio a chi ci guarda”. Proprio come succede nelle famiglie dove si lega particolarmente con qualche parente, lei sente un legame profondo, fraterno con Germano Bellavia (anch’egli presente sin dalla prima puntata) e riconosce a tutto il gruppo la capacità di saper accogliere i nuovi entrati nel modo migliore perché si sentano immediatamente in perfetta sintonia con gli altri.

In tutti questi anni, ha lasciato la soap solo per partecipare a qualche spettacolo teatrale e per la nascita dei suoi figli: Lorenzo di ventiquattro anni e Giuliana di vent’anni nati dal suo matrimonio con Giovanni Nietti.

La sua partecipazione alla soap nacque da un colloquio avuto con Giovanni Minoli, ormai quasi trent’anni fa. All’epoca nessuno pensava che il progetto potesse durare così a lungo e raccogliere un così grande successo. Oggi è diverso, oggi “Un posto al sole” è un prodotto che è entrato nella Storia della televisione e lei, presente fin dal primo momento, sa bene di essere Storia nella Storia.

Ma il grande amore per il teatro ha fatto di nuovo capolino nella sua vita: è stato messo in scena lo scorso inverno lo spettacolo “Streghe da marciapiede” di Francesco Silvestri, con la regia di Stefano Amatucci, che la vede protagonista insieme a Gina Amarante, Miriam Candurro, Antonella Prisco, Peppe Romano, tutti attori che fanno parte della “famiglia” televisiva della soap. Lo spettacolo nella prossima stagione debutterà a Roma al Teatro Vittoria ed è già presente in molti cartelloni campani. La sincerità e la passione che mette nel suo lavoro ne fanno un’attrice bravissima e molto amata, e lo hanno dimostrato coloro che durante il nostro incontro le hanno chiesto di poter fare una foto con lei.

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